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1581. Francesco Sforza al milite Giacomo Palmano 1453 aprile 6 Milano.

Francesco Sforza comanda a Giacomo Palmano di intervenire perché i suoi uomini di Gropparello paghino le tasse dovute a quelli di Bernabò Sanseverino secondo l'ordine dato da Teseo e lo ammonisce a smettere di dissuadere quei suoi uomini dal prendere sale, ben sapendo che con i denari del sale si pagano le genti d'arme.

Domino Iacobo Palmano, militi.
Intendiamo ch'elli tuoi homini da Gropparello sonno fatti molto renitenti ad volere respondere delle taxe secondo li ordini nostri ad quilli del spectabile Barnabò da Sanseverino, dela qual cosa ne meravigliamo perché ne pare che tu deveristi fare che fossero più obedienti che li altri. Pertanto volimo provide che, respondeno delle dicte taxe liberamente, siché non habiamo ad recevere più lamenta.
Appresso non possiamo fare che alquanto non si lamentiamo de ti perché, ove li toi homini, secondo intendiamo, par siano volontorosi allevare el sale alloro taxato et ad pagarlo, tu oste, che non lo fazano che, quanto ne sia grato, vogliamo lo pensi, et ne pare che, quando loro fossero renitenti, tu deveresti operare che omnino fossero obbedienti perché, como tu sai, delli denari dello sale ne facemo spazare le nostre gente d'arme che, quando non se rescotessero dicti denari, non lo poterissimo fare.
Siché volimo facii instantia perché fazano el debito loro et non habiamo ad replicare più lettere, che, quando bisognassero, certe l'averissimo moleste, avisandote che delle dicte taxe volimo li fazi pagare secondo l'ordene dato alloro per Teseo, nostro cancellero. Data Mediolani, vi aprilis 1453.
Bonifacius.
Cichus.