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1614. Francesco Sforza a Pietro Maria Rossi (1453 aprile 15 Milano).

Francesco Sforza dice a Pietro Maria Rossi di avere ricevuto sicura informazione che il suo caposquadra Zenese da Parma si sia accordato con i Venezani e sia disposto anche a passare con loro, perché in disaccordo con lui. Esorta Pietro Maria a fare di tutto per trattenerlo e, non volendo stare con lui, faccia in modo che stia con suo fratello Alessandro o con Colleoni bisognosi di genti d'arme. Non accettando neppur questo partito, il duca ritiene che Pietro Maria faccia il possibile perché, per almeno sei mesi, non si sistemi con nessuno.

Magnifico Petro Maria de Rubeis.
Hoggi siamo stati advisati da persona fide degna como Zenesi da Parma, vostro capo de squatra, è aconzo cum Venetiani cum circa cento lanze et s'el non fusse acconzo e l'è in despositione omnino di condurse cum dicti Venetiani; il che facilmente credemo per esser dicto Zenese in discordia cum voi el quale, quando se partisse dal canto nostro, ne rencresseria molto per più respecti. Et pertanto vi confortiamo et carichamo che vogliati sforzarvi di farli il dovere dal canto vostro et vedere di restare (a) de acordio con sì aciochè non habia casone de andare nel terreno de inimici, et quando non volesse restare ad servirvi, ne pare che debiate servare modo de aconzarlo con Alexandro, nostro fratello, o con il magnifico Bartolomeo Coglione, li quali hanno bisogno de zente d'arme. Et quando accadesse che né con voi, né con niuno delli predicti volesse restare, ne pare, et cossì volimo che debiate da lui pigliare tale et sì facta sicurtà ch'el non si possa almanco per sei mesi ad venire aconzare con nisiuno nostro inimico. Et in questo habiate bona advertenza. Mediolani, ut supra.
Ioannes Antonius.
Iohanninus.

(a) Segue con depennato.