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1638. Francesco Sforza a Pietro Torello, conte di Guastalla 1453 aprile 19 Milano

Francesco Sforza vuole che Pietro Torelli, conte di Guastalla, riprenda il suo cancelliere che deve incontrarsi con quello di Colleoni, che va spargendo la voce, falsa, che lo Sforza, ricevuti i denari dai Fiorentini, è in dubbio se inviare da loro suo fratello Alessandro e il Colleoni.

Comiti Petro Torello, comiti Guastalle.
Havemo havuto chiara notitia et informatione ch'el vostro cancellere, quale havete mandato incontra al cancellero del magnifico Bartolomè Collione per toglire li denari, et cetera, va seminando per l'ostarie et dicendo per ogni via che nui havimo dicto queste parole videlicet, quando nui haverimo havuti li denari da Fiorentini, pensaremo da poi se doveremo mandare in là nostro fratello Alixandro et Bartolomè Collione, et forsi gli mandarimo forsi no, et simile parole pi(e)ne de sospecto et generative de molto male, dele quale havimo tanto spiacere et tanto ne siamo malcontenti quanto dire se potesse acquesto mondo; e bem voi potiti anchora pensare quanto scandolo, odio et malavolentia e detrimento ad noi et ali nostri potriano generare queste parole, le quale mai non dissemo noi. Et pertanto ve carichamo et confortiamo quanto più possimo che subito, alla receputa de questa, debiate advisare dicto cancellero vostro de questo e s'el ge pare ben facto, et ulterius, quando serrà da voi, farli tali monitione et anche ponitione ch'el conoscha quanto sia bene parlar cossì bestiale e malamente in nostro preiudicio et deli nostri. Mediolani, xviiii aprilis 1453.
Ser Iacobus.
Cichus.