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1655. Francesco Sforza a Oldrado 1453 aprile 22 Milano

Francesco Sforza, per gli affanni dei cittadini, comunica a Oldrado che quella comunità vorrebbe una tregua di tutto il Parmense con i Correggesi e per questo gli hanno inviato Antonio Beco cui il duca ha fatto presente che in ciò occorre l'intervento del marchese di Mantova che, mostratosi già difficile nell'osservare i salvacondotti ducali, sentendo di detta tregua, si mostrerebbe ancora più restio, ricordando a proposito la reazione del marchese nell'estate passato. Lo Sforza suggerisce che, usando discrezione, si cerchi di avere la tregua generale per le cose ducali e per quelle marchesane.

Domino Oldrado.
Quella nostra comunità, como credimo che siati informato, ne ha scripto per una sua de vii del presente che, considerato li soi affanni et brighe che hanno quilli nostri cittadini, se contentariano de fare una trieva generale per tucto il Parmesano cum li Correzesi perché potesseno far lavorare et fare li facti soi; et per questa tale caxone hanno mandato qui de nui Antonio Becho, cittadino de quella nostra città, dal quale, havendo inteso tucto, gli havemo resposto quello che dicemo anchora ad voi, cioé che quanto per nuy remanemo contenti che cercano havere la dicta triegua. Ma perché, como sapete, in questo facto gli tocha la spetialità delo illustre signore meser marchexe de Mantova el quale, siandose demostrato deficile in observare li nostri salviconducti, intendando mò la condictione dela dicta triegua, se dimostrarà ancora più deficile perché, consentendoli non siandogli inclusa la signoria soa, tucto lo incaricho della guerra Parmesana se rivoltaria sopra essa, avisandove che questa estate, havendo lo prefato signore marchese possuto havere trieva con li Correzesi predicti perché gli era la spetialità nostra, non la volse consentire, ma volse che la guerra remanesse sopra luy prima che tiralla adosso ad noi. Siché, considerato quello che havimo dicto, ne pare che con bono et honesto modo se cerche de havere la dicta treva generale per tucto de là da Po, tanto per le cose del prefato signore marchese, quanto per le nostre. Et in questo modo siamo contenti che se faza. Mediolani, xxii aprilis 1453.
Persanctes.
Cichus.
Post datam. Perché sopra lo facto de questa trieva havimo parlato pienamente con questo Antonio, el quale cognoscimo che è nostro bono amico et servitore, siamo contenti che de quello ve scrivemo sopra ciò ve ne allargate con luy, ma cum altri non fareti mentione de questa spetialità del marchese, et habiate advertentia che questa cosa se tracta per persona che non conmectesse cosa alchuna contra nuy et lo stato nostro. Data ut supra.
Cichus.