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166. Francesco Sforza a Gabriotto Cantello e a Giovanni Marco Bayado (1452 febbraio 3 Milano)

Francesco Sforza ribadisce a Gabriotto Cantello e Giovanni Marco Baiado, cittadini parmensi, di insisstere con Ugolino Cantello a fare quanto detto dal duca a Lodi perché ne sarà contento.

Gabriotto Cantello et Iohannimarcho Bayado, civibus Parmensibus.
Havendo nuy non pocho a core quella facenda dela quale havesti commissione da nuy ad Lodi, cioé de indure, a nostra contemplatione, el spectabile cavaliere et doctore misser Ugolino Cantello a fare quanto alhora ve dissimo, et non havendo nuy havuto altra risposta da vuy, denuo ve repplicamo vogliati instare cum dicto misser Ugolino che la facenda se facia, certificandolo per nostra parte che, oltra che ad nuy compiacerà singullarissimamente, ogni dì se ne retrovarà più contento; et se non fussimo certi de cussì non gli lo consigliaressimo. Volimo insuper che vuy gli presentati la nostra alligata lettera, quale gli scrivimo sopra ciò, et de quanto seguirà advisaritine per vostre lettere.
Data ut supra Cichus.