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167. Francesco Sforza a Ugolino Cantello 1452 febbraio 3 Milano

Francesco Sforza rinnova a Ugolino Cantello quanto gli dissero Gabriotto Cantello e Giovanni Marco Baiado da parte del duca, assicurandolo che si tratta di cosa lodevole e buona.

Domino Ugolino Cantello, civi Parmensi.
Ve scrivissimo alli dì passati una nostra lettera de credenza in persona deli nobili Gabriotto Cantello et Iohannimarcho (a) Bayado, nostri citadini Parmesani, ali quali commettessimo ve dicissino alcune cose per parte nostra; [ 42v] et perché havemo quelle non pocho a core, non havendone poy havuto altra resposta, ve replicamo che a nostra singulare complacentia vogliati acquiescere a quanto quelli dicti nostri citadini vi debeno haver dicto per parte nostra, certificandovi che, oltra el piacere che ne receverimo, vi ne retrovariti ogni dì più contento. Et non credati che ve rechiedessimo a questo se non fosse cosa da ogni parte laudabile, honorevele e bona, perché ve amemo vuy et le vostre cose quanto quelle de ciascuno nostro più caro. Data Mediolani, die iii februarii 1452.
Cichus.

(a) segue Cantello depennato.