Registro n. 14 precedente | 1682 di 1952 | successivo

1682. Francesco Sforza al podestà e al capitano della cittadella di Piacenza 1453 aprile 28 Milano

Francesco Sforza comunica al podestà e al capitano della cittadella di Piacenza di aver saputo del comportamento di Tommaso, figlio di Paolo Arcelli, verso Giacomo e suo fratello de Rivalta, per il fatto della possessione che li vede fra loro in causa davanti al podestà. Vuole che Tommaso sia punito e se, per gli eccessi commessi, occorre che Tommaso sia pure imprigionato, lo arresti e faccia giustizia secondo il dovuto.

[ 410v] Potestati et capitaneo citadelle Placentie.
Per le lettere vostre, et anche per altra via, havimo inteso quanto desonestamente se è portato Tomasso, figliolo de Paulo de Arcelli, verso Iacomo et il fratello de Rivalta, maxime in andare ad intrare de facto suso la possessione, della quale pende questione anzi l'offitio de ti, podestà, et siamo informati per li modi tenuti per l'una e l'altra parte in questo facto; de che ne maravigliamo et per niente non deliberamo comportare che nelle città et terre nostre siano altri signori che nuy. Pertanto ve conmectiamo et volimo che, non havendo rispecto alchuno al dicto Tomasso che sia soldato, gli debbiati ministrar iustitia et raxone del'excesso per lui conmesso in andare de facto ad intrare suso la dicta possessione et d'ogni altra cosa per lui conmessa, eo modo et forma che se fosse uno privato cittadino, per modo ognuno cognoscha vogliamo che nelle cittade nostre se faza iustitia. Postea vero, procedete a fare raxone et iustitia nella causa all'una et all'altra parte per quello modo et via ve parerà debito et raxonevele, non guardando in faza a persona alchuna perché, sia chi voglia, volimo ogniuno vadi per la via della raxone et non per altra via. Et perché questo Tomasso è soldato, parendovi che de raxone per li excessi per lui conmissi se debia sostenere, volemo, anci li farazati novità alchuna, lo faciati destinere, poi gli ministrati (a) iustitia. Data Mediolani, xxviii aprilis 1453.
Zannectus.
Cichus.

(a) Segue raxone depennato.