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169. Francesco Sforza ad Angelo da Viterbo 1452 febbraio 3 Milano

Francesco Sforza, inteso la venuta di Angelo da Viterbo con Andrea, quantunque l'ufficio di Andrea non comporti vicario, essendovi già il podestà e il suo vicario, tuttavia, gradirebbe rimanesse per sei mesi con la provvisione cui provvederà Andrea.

[ 43r] Domino Angelo de Viterbio.
Havendo nuy sentita la vostra vinuta lì cum el spectabile Andrea, ne siamo remasti molto contenti et satisfacti rendendoci certissimi che, per vostra prudentia, equanimità et fede, vi portariti talmente che ad nuy et al stato nostro ne resultarà honore et bene.
Et quamvisdio quello offitio del dicto Andrea de sua natura non rechieda vicario, siandoli podestà et suo vicario, nondimeno siando contenti della vostra vinuta, como havimo dicto, haverimo caro che vuy gli stiati per sey mesi proximi ha advinire, et della provisione vostra habiamo facto tal provisione et dato tal ordine cum el predicto spectabile Andrea, ch'el ve provederà ad nostro nome in modo seriti ben contento, siché circha le cose occurente portative come havimo (s)peranza in vuy. Data Mediolani, iii februarii 1452.
Cichus.