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1741. Francesco Sforza a Teseo 1453 maggio 14 Milano.

Francesco Sforza, rimproverato a Teseo il comportamento dei suoi ufficialinella riscossione delle tasse, ragione per cui le genti d'armi non possono essere al campo, gli comanda di non perdere altro tempo e procuri che Angelello abbia i soldi dovutigli e possa così andare in campo.

[ 423v] Teseo.
Tu sai quanto te habiamo scricto et solicitato li denari delle taxe per spazare quelli alli quali sonno assegnati, siché lassiamo andare quello te havemo scricto, ma quando non te ne havemo scricto mai cosa alchuna, doverissi comprendere da ti il bisogno et del spazo delle gente ad chi sonno assignate; pur tu hai facto et fai ad tuo modo che anche non intendemo ne habbi scosso uno dinaro, di che ne maravigliamo et dolemo de ti grandemente, perché cognoscemo ni voli esser caxone de un gram nostro male che quilli alli quali sonno assignati li denari lì, tucti dicono che per non esser spazati del dinaro non porrano venire in campo con nuy, che non è altro a dire como, che non ne possiamo adiutare delle gente nostre, et questo sarà per tua caxone, ma certo tu non fai bene, che, de quanti offitiali havimo, possimo dire nisiuno s'è portato tanto freddamente como ti in questo riscotere di taxe. Pertanto te stringerno et caricamo che in questo facto vogli mectere ogne diligentia et solicitudine non perdendogli tempo alchuno né dì né nocte, certificandoti che, se tu sapissi quale animo habbiamo verso de ti per questo facto, te portarissi più caldamente in questo facto, siché, per Dio, poni ogni tuo pensiero et intellecto cussì in fare che Angelello habbia le taxe soe, quale ne dice restare havere più de libre 500, aciò possa mettersi impuncto per venire in campo con nuy. Mediolani, die xiiii maii 1453.
Zanectus.
Iohannes.