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1758. Francesco Sforza a Cristoforo Torelli 1453 maggio 17 Milano.

Francesco Sforza risponde a Cristoforo Torelli sulle difficoltà nel essere pronto e in ordine, confermandogli che entro il mese avrà le 3825 lire che deve ancora avere dell'assegnazione di Piacenza; e per questo ha scritto a Teseo e ha mandato a questo scopo Raffaele Pugnelli. Gli fa presente che i nemici si radunano e l'aspettare, come lui fa i denari, potrebbe riuscire dannoso. Vi metta per il momento 1825 lire dei suoi che riavrà nel mese, come già capitato a Novara quando Angelo li anticipò e li riebbe. Quanto alla tregua proposta con quelli di Correggio, ne ha scritto al marchese di Mantova e attende una sua risposta.

[ 428r] Magnifico Christoforo Torello.
Havimo ricevuta vostra lettera, data a San Secondo ad xv del presente, et inteso quanto scrivete, respondendo alle nostre della difficultà facete del vostro cavalcare con le gente vostre, prima, per non havere havuto el resto del vostro spazamento, et si etiam che bisogna da poi el spazamento, che le gente d'arme habiano qualche tempo ad mectersi in puncto et in ordene, et cetera. Dicemo che le 3 millia octocento et vinticinque libre restati havere della asignatione (a) vostra lì ap Piagenza simo certi li haverete per tucto questo mese perché, oltra acquello havemo scricto et mandato addire a Teseo per la celere exactione delli dicti denari, nui de presente gli havimo ancora mandato Raffael Pugnello, siché, como havimo dicto, serà tale la solicitudine loro per la conmissione li havimo facta che dicti denari se haveranno per tucto questo mese, et perche li inimici se redunano per insire accampo, porriano succedere delle cose, havendo voi ad aspectare dicti denari per tal dimora et longheza et tarditade, che ad nui sarriano dannuse et che ad voi porriano rencressere. Pertanto ve confortiamo, pregamo et stringamo quanto possemo che, se amate el bene et stato nostro, vogliate mectere vui delli vostri, dicte 1825 libre, quali danari haverete per tucto questo mese, et porreteli poi remectere nel luoco de quilli, et farete (b) como facessimo de quelli denari de Novarra che Angelo li buctò fuora et poi se li ritrasse di là. Siché, se mai facesti cosa alcuna in nostro benefitio, vogliate far questa, et mectitive subito impuncto aciò possati subito cavalcare con tucti li vostri, como per altre ve habbiamo scricto, senza più tardare et che ve habiamo più de ciò a replicare.
Alla parte della tregua scrivete cum quelli da Correggio, et cetera, dicemo che nui havimo scripto opportunamente allo illustre signor marchese de Mantua che voglia la sua signoria essere contenta che dicta trieva se faza. Aspectiamo la risposta, la quale havuta, ve ne darimo adviso. Mediolani, die xvii maii 1453.
Ser Iohannes.
Iohannes.

(a) In A asignatione con asigna depennato.
(b) re di farete in interlinea; segue poi depennato.