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1760. Francesco Sforza a Gandolfo da Bologna 1453 maggio 17 Milano.

Francesco Sforza scrive a Gandolfo da Bologna di aver saputo che non attende ad altro che a far muovere le gente d'armi che erano nel Cremonese. Avuto notizia che i nemici si radunano nel Bresciano per far danno alle terre sforzesce oltre Oglio, ha ribadito che chi è in grado di cavalcare vada nel Cremonese e nel Bresciano. Vuole che lui pure comandi a chi è rimasto di muoversi, ricorrendo anche all'aiuto dei villani.

Gandulfo de Bononia.
Te havimo scripto per tre nostre lettere quanto dovevi fare et seguire in fare levare le nostre gente d'arme che alogiano in Parmesana et farle passare di qua da Po, cioé quale se contenevano nele predicte nostre littere, et da ti havemo hauto risposta che tu non atendevi ad altro se no ad farle passare, et cetera. Et perché novamente havimo havixo che li inimici sono messi insiema in Brixiana con intencione de far damno ad quele nostre tere di là da Ollio, e volendo noy remediari a questo, ad ciò che non gli rescha al pensiero, havimo ordinato che tuta la nostra gente d'arme, che al presente è habile a cavalcare subito se trasferisca in Cremonesse et de lì in Brixiana secondo serà necessario. Et quantuncha ne rendiamo certo che tute quel squadre de Parmessana, dele quale te havimo scripto faci cavalcare, serano passate di qua da Po secondo l'ordine nostro, che quando fosse al contrario se trovarisimo [ 429r] de mala voglia, niente de mancho volemo subito, receuta questa, siando restato squadra o homo d'arme alquno a passar di qua, debi fargli cotale comandamento che, senza dilactione alquna de tempo passano. Et quando tu vedessi che fosseno renitenti et negligenti ad exequire questa nostra voluntà, ordina con li vilani del paisse che siano caciati, acioché quelo (a) non vogliano fare de bona voglia, faciano per la forza, apresso soliciteray Fiascho ad fare el simile secondo gli scrivemo per una nostra letra. Data Mediollani, die xvii maii 1453.
Iohannes.

(a) Segue nostro depennato.