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1786. Francesco Sforza a Gandolfo (1453 maggio 21) Milano.

Francesco Sforza informa Gandolfo di aver comandato ai suoi condottieri di trasferirsi con gli uomini a Seniga e a Pontevico e essere agli ordini di suo nipote Roberto. Vuole che Gandolfo provveda che lascino gli alloggiamenti e facciano quanto ha ordinato, così che il prossimo venerdì siano nei luoghi indicati. Il giorno dopo il duca partirà per il Bresciano. In simile forma è scritto ai condottieri riportati in elenco.

Gandulfo.
Nui scriviamo alli infrascricti nostri conductieri et gli conmandiamo, per quanto hanno cara la gratia nostra, che subito se debiano levare dalli soi alozamenti et transferisse con li soi a Senigha et Pontevico, et exequischano quanto gli ordenarà Roberto, nostro nepote. Perciò volimo debii provedere statim se levino et vadano et fazano como è dicto de sopra, usandoli tale diligentia che omnino se ritrovino alli dicti lochi venere (a) proximo che vene, avisandote che nui se partiremo domane et subito sarremo im Bressana. Mediolani, ut supra.
Cichus.
In simili forma infrascriptis conducteris: Petrusmaria de Rubeis, Fiaschus, Petruspaolus et Stamignonus, Octavianus et Sanguinolus, Teseo de Spoleto, Sansevereneschis, Raboctus, Merlinus, Zanoctus Vicecomes, Angrevallus, Angelello de Lavello, Alberto Vicecomiti et Puppo, Iohanni Ieorgio de Lampugnano, Orfeo de Ricavo.

(a) Segue o sabbat depennato.