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18. Francesco Sforza a Teseo da Spoleto. 1452 gennaio 1 Lodi.

Francesco Sforza si dice sorpreso che dagli uomini di Castel San Giovanni e Borgonuovo non si sia ancora arrivati a un accordo con i gentiluomini. Gli chiede di insistere in modo che le parti, Filippo Confalonieri, gli uomini di Castel San Giovanni e di Borgonuovo, raggiungano l'intesa, minacciandoli, in caso di rifiuto, di addebitare loro la spesa dei cavalli che dicono spettare ai gentiluomini. Per quel che riguarda la aggiunta data nel Piacentino vuole che ovunque si distribuiscano i cavalli come detto da Sceva e come pure riportarono gli oratori piacentini.

Thexeo de Spoleto.
Havimo recevuto le tue littere date a xxviii del presente contenente due parte aIe quale, respondendo et primo, circha la differentia vertente fra l'homini de Castello Sanzuanne et Borgonovo et li zentilhomini, dicimo che credevamo dovesseno già essere acordate per lo parlare ne fece misser Sceva; ma non siando suceduto lo acordio, como tu ne scrivi, volimo che tu insti cum ogni industria et solicitudine che misser Filippo Confanoniero et li homini de Castello Sanzuanne et Borgonovo vengano per attendere allo accordio, cominandoli che, non vinendo, tu procederay ad dargli la spesa de quilli cavalli, che loro dicono tocare alli zintilhomini. Alla parte della zonta data al Piasentino volimo che se distribuiscano li cavalli universaliter, come dovette referire misser Sceva et come, etiandio, riportaranno li oratori Piasentini ali quali havimo dicto la mente nostra circha ciò. Data Laude, die primo ianuarii 1452.
Iacobus.
Iohannes.