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1806. Francesco Sforza a Orfeo 1453 maggio 25 Lodi.

Francesco Sforza risponde a Orfeo di aver inteso delle sollecitazioni fatte a Cristoforo Torelli e le informazioni date di Cristoforo Botto da Parma, cancelliere di Giacomo, venuto a parlare a Ripa di Lanza. Il duca ha scritto giorni addietro al marchese di Mantova della tregua e gli ha risposto d'essere contento che i Correggesi promettano, dandone garanzia, di non danneggiare le sue terre per il passo e similmente farà lui promettendo di non attaccarli per quel passo.

Orpheo.
Habiamo receuto dove tue lettere, le quale havemo intesso pienamente quanto tu ne scrivi cossì del conte Cristoforo Torrello, quale hai solicitato ad cavalchare cum dirli tute le rassone et cassone ti sono parsse necessarie, como etiandio del'advisso ne fay de Cristoforo Botto de Parma, canzellero del conte Iacomo, venuto in Ripa de Lanza a parlare, et cetera. Al che, et prima, respondendo, te dicemo che cum ogni tuo ingenio et studio debi solicitare dicto conte Cristoforo siché presto cavalchi, como te havimo commisso, et como per l'aligata nuy gli scrivemo, et che non gli perdi tempo veruno, aciochè possiamo con presteza andare in loco dove serano (a) [ 443r] ritrovare li inimici nostri tanto (b) puy indreto, como speramo, quanto sono venuti inanti, como dè havere intexo, facendolli (c) intendere al facto nostro e il suo medessimo, et che non daga puy dimora, non guardando al resto ch'el debia havere perché gli farimo tale asignamento che presto se ne potrà valere. Ala parte dela tregua, dicimo che fino l'altro dì scripsemo aIo signore marchese sopra ciò, quale ne ha risposto esser contento cum questo che queli da Corezo prometteno de non offendere ale terre sue per la via, sive passo, et cossì gli ne dagano segurtate, perché versa dice farà simile promessa ad essi da Correzo de non offendere ali lochi loro per quelo dicto passo. Siché lo confortaray che per questo non stagi de cavalchare, perché se aconzarà questo facto ch'el se haverà ad contentare. De l'altre cosse che se conteneno in dicte tue litere restiamo advisati, et non acade dire altro. Bem te caricamo che attendi in ogni solicitudine a fare quanto te havimo comesso, siché non se gli perda una hora de tempo. Data Laude, die xxv maii 1453.
Ber.
Ioannes.

(a) Segue li depennato.
(b) Segue indeto depennato.
(c) Segue facendo depennato.