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1839. Francesco Sforza a Luigi Romano (1453 giugno 1) "apud Senigam".

Francesco Sforza ripete a Luigi da Romano quanto già scritto sui carri assegnati a Parma e, in proposito, ha contattato Oldrado e la stessa comunità, ribadendo, anche tramite il suo ambasciatore Agostino Rossi, la volontà di avere, e presto, detti carri. Pietro Maria Rossi gli ha assicurata la sua quota; Luigi faccia pressione presso Stefano da San Vitale e il marchese di Soragna.

Aloisio de Romano.
Respondendo alla toa lettera data heri, dicemo quello medisimo che per un'altra te scrissemo hiera matina, como nostra intentione è che quella comunità mandi le carre taxate in ogni modo, et sopra de ciò habiamo scripto alla dicta comunità ad misser Oldrado ed ad ti in opportuna forma, come per dicte lettere haverai veduto, da poi havimo parlato cum domino Augustino Rosso, ambassiatore de quella comunità, al quale havimo facta conmissione et chiaritoli che omnino volemo quella comunità mandi dicte carre et prestissimo. Di che solicita che dicte carre se habbiamo et con prestezza quale, como tu sai, saranno molto ben pagate. Et cossì solicitaray che li carri che tochano alli zentilhomini del Parmisano li mandeno senza dimora. Pietromaria dice farà debito suo. Al conte Stefano da San Vitale et al marchese de Soragnia scrivemo per le alligate in bona forma, de che solicitarai ancora ti dal canto tuo che mandeno (a) le carre degono mandare subito et senza perditione alcuna de tempo, che vedi bene quanto importa al stato nostro lo facto de queste carre. Et advisane spesso como farai.
Ex castris, ut supra.
Iohanninus.
Cichus.

(a) Segue da fare depennato.