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1845. Francesco Sforza ad Angelo Acciaioli (1453 giugno 2 "apud Senigam").

Francesco Sforza ricorda ad Angelo Acciaioli di avergli pronosticato quanto poi accaduto a Quinzano e Pontevico. Gli chiede di accelerare il ritorno con ordini e provvedimenti da farsi in modo da avere la sovvenzione richiesta a quella signoria e soprattutto a Cosimo, ed è contento che Nicodemo stia ancora lì per sollecitare tali provvedimenti. Dalla copia della lettera di re Renato apprenderà che il Re si è già mosso e è opportuno che gli si mandi incontro la persona designata dalla signoria. Il duca manderà Abraam Ardizo. All'indomani lui passerà l'Oglio per andare nel Bresciano.

Domino Angelo Azayolo.
Havemo receuta vostra lettera de dì xxvii dil passato, et inteso quanto scrivete della diligentia havete usata et quanto havete con ferventia operato per el facto nostro, et cetera; dicemo che siamo certissimi che havete facto et operato, (a) como scrivete. Et perché se ve ricorda, prima che ne partisti da nui ve dicessimo che ne scontraria quello è advenuto per la tardità ne succedeva per non potere spazare a tempo le gente nostre che, como credemo haverite inteso, li inimici hanno avuto Quinzano et Pontevico per haverne anticipato nel'uscire in campo xv dì, benché ne sia da fare poco caso dalla reputatione in fora che ha dato li inimici, et ad nui alquanto mancato de reputatione.
Pertanto ve confortiamo et stringemo et caricamo quanto più possemo al ritornare presto et cum tale spaziamento delli ordeni et provedimenti se hanno affare, che habiamo quella subventione quale havemo adimandata da quella excelsa signoria, et etiam, in specialità, da Cosimo. Como sapete, è il bisogno nostro che, siando subvenuti, speramo de fare smenticare la stima alli inimici et fare delle cose piacerano ad quella signoria. Siamo contenti, non siando partito Nicodemo, alla riceuta de questa che lui resti lì per solicitare la expedictione, una con voi, delle cose se hanno affare, et cussì per nostre lettere li scrivimo.
Nui havemo receuta una lettera dalla mayestà de re Renato, dela quale ve mandamo la copia inclusa in questa, la quale è in camino e vene via, como vederite. Pertanto saperessimo ricordare et persuadere che quello tale ha ad mandare quella signoria ad solicitare el prelibato re che lo vo [ 456r] glino mandare presto, et quanto più presto, meglio. Nui havimo mandato per Abraam Ardizo, quale volimo mandare da l'incontro al prefato re, quale mandarimo più honoratamente che non andò l'altra volta, perché ne pare adesso più conveniente, che non ne parse allora, siché ve ne advisamo.
Nui passarimo domane Oglio et andarimo im Bressana, et pur speramo de fare delle cose che piaceranno alla brigata, et de quanto seguirà ne sarite advisato. Ex castris, ut supra.
Cichus.

(a) Segue per el facto nostro et cetera depennato.