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1851. Francesco Sforza a Teseo da Spoleto. 1453 giugno 3 "apud Senigam".

Francesco Sforza ordina a Teseo da Spoleto di intimare ad Alessandro de Cazavilano, alloggiato a Fabriano, che vada da lui in campo, come già ordinatogli e in caso di rifiuto lo metta in prigione. Deve andare da lui anche Giacomo da Piacenza, fratello di Giovanni Carlo Anguissola. Se lui pure rifiutasse, lo metta in prigione come ha fatto con Alessandro.

Theseo de Spoleto.
Ali dì passati scrissemo una lettera de Alexandro de Cazavilano, nostro homo d'arme, quale aloza a Fabriano, che dovesse venire da nuy, et fina mò non he venuto. Pertanto volemo che, receuta questa, subito tu te transferisse al dicto loco et comendagli per nostra parte che subito venga (a) via in campo, et recusando de non potere venire, volimo che tu lo faci pigliare et metere in presone et non relassarlo per fina che tu (hai) altro in contrario da nuy, perché gli volemo dare da vedere che non gli havemo dato li dinarii per dispensarli in putane como el fa.
Preterea mancha anchora a venire Iacomo da Piassenza, fradelo de Iohanne Carllo Angossolla. Volemo anchora, recussando de venire, el debi metere in pressone como te havemo dicto de sopra de Alexandro. Et de tuto como haveray fato, per toe lettere havixarne subito. Data in castris nostris felicibus, apud Senigam, die iii iunii 1453.
Cichus.

(a) Segue da nui depennato.