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1856. Francesco Sforza a Giovanni Filippo Meli. (1453 giugno 3 "apud Senigam").

Francesco Sforza risponde a Giovanni Filippo Meli di non andare da lui per il suo salario, ma a Milano dal Consiglio segreto e dei Maestri delle entrate ai quali scriverà, perché intese le sue ragioni e quelle di uno della comunità piacentina, sarà da loro deciso perché ottenga il salario dovuto.

Iohanniphilippo de Meliis.
Havemo ricevuto una vostra lettera, et inteso quello ne scrivete della licentia domandati de venire qui da nui per casone del salario vostro per quello specta alla Camera et alla comunità dicete dovere havere; alla quale respondendo, ve dicimo che ad nui non pare debiate venire qui, tum perché nui non gli porriamo far cosa alchuna, tum perché el camino non è sicuro. Ma ne pare debiate andare ad Mediolano dal Consiglio et dalli Maistri nostri delle intrate, perché scrivemo ancora alla comunità, quale mandarà con voi uno. Il quale Consiglio et Maistri delle intrate provideranno, como nui gli scrivemo per le alligate, che voi haverite il debito vostro, como ne pare debito et raxionevole.
Data, ut supra.
Cichus.