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1888. Francesco Sforza al podestà di Piacenza. (1453 giugno 11 "apud Senigham").

Francesco Sforza ordina al podestà di Piacenza di convocare davanti a lui Bono dal Canto, fittavolo degli uomini d'arme Franciscone da Milano e Cazavillano, renitente a saldare i conti con i detti soldati. Accertato il credito, induca il Bono a dare garanzia in mano di una persona perbene di quanto concorre a saldare il debito. Comandi a Bono di portarsi da lui per decidere la vertenza.

Potestati Placentie.
Franciscone da Mediolano et Cazavillano, nostri homini d'arme, se gravano che non possono havere il suo dovere dal Bono dal Canto, loro affittabile, dicendone che Ii mena per parole et in longezza di tempo. Et poiché adesso non è tempo de tenere Ii soldati in longo, ma expedirli subito, sola facti veritate inspecta, pertanto, volemo debiate havere denanzi da voi dicto Bono al quale farete dare securitate et diposito in mano de qualche persona da bene de tutto quello che Ii dicti homini d'arme mostrerano dover havere dal dicto, et, facto questo, comandarete al predicto Bono che vegna qui da noi perché noi farimo decidere dicta differentia qui in campo. Et questo fati senza altra replicatione et presto, acioché dicti nostri homini d'arme retorneno subito qui in campo da noi. Data ut supra.
Iohanninus.
Iohannes.