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1904. Francesco Sforza ad Angelo Simonetta a Milano (1453 giugno 9) Cremona.

Francesco Sforza vuole che Angelo Simonetta, preso atto dalla lettera che gli allega di quanto scrive a Bianca sui provvedimenti da prendere per Alessandria, esegua quello che in detta lettera si dice, procurando che per prima cosa si mandino a Sale lance, verrettoni, polvere e altre munizioni. Gli rinnova la sollecitazione perché siano dati a Colleoni i denari dovutigli in modo che, all'arrivo del re Renato il Colleoni sia pronto a operare con il sovrano per le operazioni su quel fronte.

Angelo Simonette Mediolani (a). Nui scrivimo alla illustre madonna Biancha, nostra consorte, una lettera importantissima circha le provisioni da fare ad Alessandria, come vederai per la copia inclusa. Pertanto, intendendote con la signoria sua, volemo et stringemo provedi che ogni cosa sia subito subito exequita, come vederai essere extremo bisogno per la salute de quelle cose nostre de Alesandrina, providendo ancora che daprima se mandi ad Sale quella quantità de lanze, de veretoni, polvere et altre monitione bisognano per quella impresa, secondo parerà ad ti. Ceterum, tu sai quanto te havimo scripto per più nostre lettere circha il spazo del magnifico Bartolomeo Colleoni, cussì per questa te replicamo stringendote, sollicitandoti quanto ne sia possibile, che tu atendi cum ogni diligentia et prestezza ad retrovare il modo e forma al spazo del prefato Bartolomeo, aciò possa mecterse imponto per adiuto de quelle cose nostre dellà et essere inseme cum la mayestà del re Renato ad quella impresa dellà, perché, non trovando la prefata mayestà il dicto Bartolomeo et le altre nostre gente impuncto, non porria fare quello fructo del quale nui havimo bisogna como poi considerare. Cremone, ut supra.
Iohannes Antonius.
Iohannes.
A margine: n.

(a) La missiva è depennata.