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1905. Francesco Sforza a Bianca Maria a Milano. (1453 giugno 9)Cremona.

Francesco Sforza scrive a Bianca Maria di aver appreso dalle lettere dell'ambasciatore del re d'Aragona che Guglielo di Monferrato ha avuto ventimila ducati per mettersi in ordine e per cui, confermato anche da Giorgio Annone, Guglielmo sarà in campo la settimana prossima e andrà ad Alessandria; da parte ducale non vi sono là genti pronte, essendo i capi a Milano e le genti in Lomellina. Ordina alla duchessa di mandare due persone idonee con lettere credenziali a Moretto, a Giovanni da Scipione, agli uomini d'arme di Sacramoro da Parma, ad Antonello dal Borgo, ad Evangelista Savello e agli altri deputati alla guardia di Alessandria con l'ordine di andare subito ad Alessandria. Ai due Bianca dirà anche di comandare ai paesani di esortare le genti d'arme, renitenti a muoversi, confermandole di aver scritto le stesse cose ad Angelo Simonetta perché non si ritardi l'andata per un mancato completo pagamento.

[ 472r ter] Illustri Blanche Marie Mediolani (a). Per alcuni brevi e scricture, quali portava uno ambassiatore de Re Ragona, le quale havimo prese nui, et anche per altre vie, siamo advisati como il signor Guielmo è spazato et ha avuto ducati xx mila per mettersi impuncto, et che alli xvi del presente deve usire in campo alle offese delle cose nostre deIIà; così Giorgio Annono ne scrive havere adviso como del certo esso signor Guielmo per tucta questa septimana proxima deve usire in campo et che deve andare personalmente ad Alisandria a dargli il guasto et farli al pegio saperà, siché questo è certissimo che costui, a dicto termine, usirà fora.
Et perché nella citade nostra de Alixandria non sonno alchune deIe gente ordinate chè Ii capi sonno ad Mediolano et le gente in Lomelina, ne pare, et cossì caricamo la signoria vostra che, havuta questa, mande doe persone atte et sufficiente cum littere de credenza, quale vadano conmandando ad domino Morecto, ad Iohanne da Scipione, ali homini d'arme de Sacramorro da Parma, ad Antonello dal Borgo et ad Evangelista Savello et ad tucti Ii altri deputati alla guardia de Alixandria, cussì ad tucti li loro homini d'arme che subito subito, (se) hanno cara la vita e lo amore, stato et gratia nostra, debiano andare personalmente tucti con tucte le compagnie loro ad Alixandria per guardia de quella città e de quelle nostre cose deIlà, ordinando anchora ad quiIli manderà Ia signoria vostra che conmandino ali homini del paese, dove se trovassero de queste gente, se fossero renitenti, che Ii cazzino via. Nui scrivimo ancora de questo ad Angelo Simonetta con lo quale la signoria vostra se porrà intendere, siché, considerato quanto inporta al stato nostro che queste gente vadano subito subito, la signoria vostra et lui gli usati ogni diligentia et solicitudine perché non li bisogna perdere una hora de tempo. Et se de quelle nostre gente gli ne fossero che anche non havessero havuto integro spazamento, la signoria vostra gli porrà dire che vadano via per ogni modo et lassino qualchuno de soi a solicitare, como anchora nui gli scrivimo per le alligate. Cremone, ut supra.
Iohannes.
A margine: n.

(a) La missiva è depennata.