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1907. Francesco Sforza al conte Bolognino, castellano del castello di Pavia 1453 giugno 9 Cremona

Francesco Sforza dice a Bolognino, castellano del castello di Pavia, di convenire con la richiesta, appoggiata da molti cittadini, di Lucio Cotta, fratello di Innocenzo, e inoltrata a Bianca Maria di consentire che dando la moglie di Innocenzo, ora nel castello di Milano o di Pavia, securtà di tremila fiorini di non andarsene senza licenza ducale, si conceda a lei e ai figli di stare in una delle due città.

[ 472v ter] Comiti Bolognino, castellano Castri Papie.
Lucio Cotta, fratello de Inocentio con multi altri cittadini della nostra città de Mediolano, hanno facto grande instantia presso la illustre madonna nostra consorte che ne voglia scrivere che, dando la donna del prefato lnnocentio idonea sicurtà in Mediolano de tre millia fiorini de non se partire ley nélli filioli suoi, quali sonno in quello castello della città nostra de Mediolano o de Pavia senza nostra licentia, vogliamo liberare ley et li figlioli che possono stare in quale gli parerà delle dicte doe nostre cittate, et cussì la signoria sua per sue lettere ne ha scricto et pregato. Pertanto parendone de conpiacerli in questa soa domanda, siamo contenti et volimo che ogni volta ch'el nostro capitaneo de iustitia de Mediolano ve mandarà l'instrumento pubblico et autentico che dicta donna habbia data sicurtà de tre milia fiorini, como havimo dicto, la debbie liberare ley et li figlioli che possanno stare ad Mediolano o ad Pavia como li parerà, mandandone ad nui dicto instrumento de sicurtà. Et aciò crediate cussì esser nostra intentione, havimo soctoscricto la presente de nostra propria mano. Data Cremone, die viiii iunii 1453.
Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Iohannes.
A margine: (in) filza.