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1908. Francesco Sforza ad Andrea Birago. (1453 giugno 9 Cremona).

Francesco Sforza ordina ad Andrea Birago di non andare in campo; e perché Guglielmo prepara l'andata ad Alessandria, e quantunque abbia detto a Colleone di dargli il massimo aiuto, tuttavia non lo ritiene un uomo capace, facendogli intendere che sarebbe lui l'uomo giusto per provvedere le cose di là.

Andree de Birago (a). Perché intendimo che siti in precinto et moto de volere venire in campo, ve dicimo che per alcuni dì non vi moviati per venire in campo finché ve scriveremo altro. Et perché, como haveriti inteso, el signore Guielmo tuctavia se mecte impuncto per andare con le gente sue a dare il guasto ad Alisandria, et quantunche habiamo scricto a tucte quelle nostre gente sonno deputate ad quella impresa che debiano andare ad Alixandria perché Ii nimici non la trovano sfornita, et habiamo scripto al magnifico Bartolomeo Colione che vogli dare tucti quelIi favori gli saranno possibili acquelle (b) nostre cose dellà, tamen non havimo homo che ordeni et provedi acquello accadesse ordenare et provedere che ne satisfacia bene in l'animo nostro, perché forsi ve venerà in animo de andare voi fin là cum la persona vostra et quactro o cinque cavalIi et provedere et ordenare acquello ve paresse de bisogno ordenare (c) et provedere, et poi retornarvene. Siché piazavi advisarne del parer vostro circa ciò. Data ut supra.
Marcus.
Iohannes.
A margine: n.

(a) La missiva è depennata.
(b) Segue accadesse ordenare et provedere depennato.
(c) Segue de altro depennato.