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1910. Francesco Sforza al consigliere ducale Sceva de Curte, milite e dottore. 1453 giugno 13 "apud Senigham".

Francesco Sforza ordina a Sceva de Curte di comportarsi con lo spagnolo come gli ha scritto, lasciando andare quelli che lo accompagnavano e accompagnandoli al confine. Gli raccomanda la conservazione dei cavalli e delle cose dello spagnolo, cui vuole sia riservata buona accoglienza.

[ 473r] Spectabili militi et doctori domino Sceve de Curte, consiliario nostro dilectissimo.
Haverite veduto quanto ne havimo scricto per una vostra, data heri qui in campo, circha el facto de quello Spagnolo. Per questa dicimo che debiate exequire quanto per la dicta nostra ve havimo scripto. Et perché intendimo che sonno alcuni in compagnia soa, Ii quali non sonno, però, de soi proprii, dicemo che quisti tali siamo contenti et volimo che Ii lasse andare via al suo camino, et cum loro mandarete uno delli nostri finché saranno fora delIi nostri terreni, como ve havimo scricto; li cavalli, robbe e altre cose che sonno del dicto Spagnolo et deli soi, vogliate fare tenere sotto bona custodia che non ne sia mosso cossa alcuna al dicto Spagnolo, et volimo faciati honore et grata acoglienza. Ex castris apud Senigam, xiii iunii 1453.
Persanctes.
Cichus.