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1922. Francesco Sforza a Sceva a Piacenza (1453 giugno 15 "apud Senigam").

Francesco Sforza narra a Sceva a Piacenza di quanto accaduto con i dazieri della città. Aveva mandato a prendere da un maestro a Piacenza le balestre che gli aveva dato da fare, ma perché i dazieri hanno preteso il pagamento del dazio, i suoi uomini se ne ritornarono a mani vuote. Avvenuto poi che il duca si scontrasse con i nemici i balestrieri, grazie ai dazieri, erano senza balestre. Il duca rimprovera Sceva per aver consentito simile comportamenti e gli ordina di prendere le balestre perché, altrimenti, il duca stesso farebbe tale dimostrazione verso i dazieri che risulterebbe di esempio a tutti i dazieri in Lombardia.

Domino Sceve Placentie.
Ve vogliamo narrare de zentelezze et cortesie che hanno usato Ii datieri de quella nostra città verso noi, zoè, havendo nui mandato ad torre balestre per fornire quisti nostri balistreri da quello maestro, che è lì in Piasenza per poterli adoperare alli nostri bisogni, dicti datieri non hanno voluto acconsentire, né assentire per niente che siano state cavate, dicendo che voleno essere pagati inanti tracto, et per questa casone è restato che non havemo possuto fare dare le balestre alii nostri balestreri. Donde è intervenuto che, essendo nui andati in questo dì per havere affar con I'inimici, Ii nostri balistreri sono venuti con una chiaverina in mano, et questo per la cortesia delIi dicti (a) datieri, quaIi non hanno havuto aItro (b) rispecto ad noi, como se fossimo [ 475v] stati il più tristo e vile homo de Lombardia, che hanno molto demostrato lo amore che portano ad noi et al stato nostro; della qual cosa ne gravamo et dolemo tanto, quanto dire se possa, de dicti datieri et anche de voi che, cognoscendo chi qui gli va iI stato et lo vincere et lo perdere, habiati comportato ali dicti datieri simil cose, che, per certo, ne habiamo havuto dispiacere (c) grandissimo et habbiamo deliberato remandare ad torre dicte balestre per fornire questi nostri balistreri et gli mandiamo, comandiamove che debiate per nostra parte rengraziare dicti datieri et chiarirgli che, se mai usaranno tale disonestà et servino tal modi, como hanno facto adesso verso noi et le cose nostre, nui montaremo a cavallo et venerimo là et faremo tale dismostratione verso loro che daremo exempio a tucti Ii diatieri de Lombardia dello errore loro, et daremogli ad intendere quanto haveranno facto malissimo, et che per niente deliberamo comportarlo.
Siché vogliati, visis presentibus, fare dare tucte le balestre che se ritrovaranno là al presente nostro messo quale mandiamo ad torle. Et fate che per tal casone de datio non stagha impazato lì una hora, perché de hora in hora stamo de appizarsi et viderimo de fare quanto ne serà possibile de havere affare cum Ii dicti inimici. Et speramo, mediante la divina gratia, farve sentire presto tale novelle che ve piaceraranno summamente. Ex castris ut supra.
Iohanninus.
Cichus.

(a) Segue balistreri depennato.
(b) altro in interlinea.
(c) Segue assai depennato.