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1928. Francesco sforza ad Antonio da Forlì. 1453 giugno 17 "apud Senigam".

Francesco Sforza si meraviglia con Antonio da Forlì di quanto gli scrive e gli dice che fa bene a mandargli il cavallo in campo.

Nobili dilecto nostro Antonio de Forlivio.
Havemo recevuta una toa, la quale te excusi per non essere possuto venire da nuy, et quanto in esse se contene, havimo pienamente inteso. Respondendote, adunche, dicimo che non possiamo fare (a) che noi se maravigliamo grandemente det tuo scrivere, benché pocho ce inganamo del'opinione nostra perché fermamente credevamo dovesse fare como hai facto, eI che, quanto sia honesto et ben facto, el remetiamo aI iudicio tuo. Ne rencresci bene che non vogli dare vesiche per lanterne, ma volimo sappii che l'intendiamo molto bene. Te recordiamo però che siamo in campo senza ti. AI facto del cavallo, dicimo che farai bene a mandarnelo, e quanto più presto, tanto meglio. apud Senigam, xvii iunii 1453.
Irius.
Cichus.

(a) che non possiamo fare ripetuto.