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1929. Francesco Sforza a Pietro de Campesano 1453 giugno 17 "apud Senigam"

Francesco Sforza ricorda a Pietro de Campesano di avergli dato il salvacondotto su richiesta del Bailì, governatore di Asti, che poi ha rotto, e di non averlo punito come si conveniva per rispetto verso il Re d'Aragone e in considerazione dei meriti suoi. Si dice contento che si porti da lui.

[ 478r] Petro de Campesano.
Havimo ricevuto vostra Iettera et inteso quanto scrivete respondendo aIla nostra.
Dicemo che nui ve facessimo eI salvoconducto Iiberamente cum bono animo et senza alcuno scrupulo, (a) requisitione et instantia et complacentia del magnifico monsignore BayIì, governatore d'Ast; sempre havemo facto e faressimo a qualunque suo amico, ma voi medesimo ve havete data casone del vostro disturbo et rotto el salvuconducto, che sapete le letere et brevi et scripture havevate e portavati contra de noi socto el nostro salvoconducto; per le qual cose ve haveressimo cum raxone poduto fare altre demostratione verso de voi et haveressimo potuto procedere contra la persona, et de ciò poteti informare da qualunqua iudice, che trovareti essere como dicemo. Ma, non obstante questo, per reverentia de mayestà de Re de Ragona et delle virtute vostre, (b) non volimo contra voi fare altra demonstratione. Siamo contenti che vegnate da nui cum questo presente cavallaro, et giunto sarete da nui et parlato che haveremo, faremo delle cose che ad voi saranno grate et piacere. Apud Senigam, die xvii iunii 1453.
Ser Iohannes.
Cichus.

(a) Segue ad depennato.
(b) delle virtute vostre a margine.