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1933. Francesco Sforza a Sceva. 1453 giugno 18 "apud Senigam".

Francesco Sforza informa Sceva de Curte di aver concesso a Scariotto e a Giulio una possessione che conduce Tomasino Forlan al quale aveva scritto di andare da lui e, siccome forestiero, teme se ne sia andato. Vuole che Sceva lo cerchi e lo induca a pagare ai due famigli il canone per l'anno in corso e a versare alla Camera quanto deve. Data la sicurtà, e riconsegnata la possessione ai due famigli perché vi mettano i loro massari, vuole che Tomasino vada da lui in campo.

Domino Sceve.
Nui havimo dato et concesso ad Scariocto et lulio, nostri famigli, la possessione della Bonissima, la quale tene a ficto Tomasino Forlan, et perché gli havimo scripto che vegna da nui, et ancora non è venuto, dubitiamo perché lui è forestero, como sapete, ch'eI non se vada cum Dio. Pertanto vogliate, havuta questa, vedere de havere in Ie mano lo dicto todeschino et fare che faza contenti Ii dicti nostri famigli del ficto delI'anno presente, et che lui de quello remanesse debitore della Camera nostra venga qui ad satisfare ac fare lo debito suo, et tucta volta ch'esso habbia data questa sicurtà, siamo contenti che lui vegna qui in campo. Ultra zò, volemo che quando l'averà data questa sicurtà, faciati consignare per l'anno futuro la dicta possessione alIi predicti Scariocto et Iulio, perché loro gli possino provedere de massari et de quello gli fa bisogno. Et perché ancora intendiate meglio, ve mandiamo la inclusa lettera. Ex castris apud Senigam, die xviii iunii 1453.
Persanctes.
Cichus.

Allegato 1 (a)