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1952. Francesco Sforza al podestà e al capitano della cittadella di Piacenza s.d.

Francesco Sforza scrive al podestà e al capitano della cittadella di Piacenza circa i dieci carri che quella comunità e le ville collegate dovevano corrispondere per il trasporto del pane all'esercito e del fatto che Fiorenzuola e Castell'Arquato sono state incluse; ribadendo che alle due comunità aveva già dato altro onere, ordina che si ripartiscano i due carri, come hanno fatto per gli altri otto perché diversamente addosserà a quella comunità ogni danno sopportato.

Potestati et capitaneo cittadelle Placentie.
Dilecti nostri, come per altra nostra hogi ve habiamo scripto, sentemo che dele dece carre che è remasta d'acordio cum nui quella comunità de mantenere ala conducta del pane per lo nostro exercito per la (città) et per le ville a quella respondente, ne hano taxato uno carro ad Fiorenzola et uno ad Castelo Arquato, che non è stata, né è nostra intentione. Il perché volemo provediate che essa comunità compartisca quelle due carre, come ha facte le altre octo, et che ale dicte due terre per questa cagione non sia data gravanza alcuna, perché nui gli havemo dato altro carico da per sì. Ne maravigliamo ben che vui habiati consentito a questo, perché è tucto uno alongare la cosa che non fa per nui, siché provedeti che presto se habiano dicte carre, altramente ogni danno et interesse se suportarà per non le havere, lo faremo pagare a quella comunità. Data ut supra.

(a) Trovato dopo l'ultimo foglio.