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209. Francesco Sforza al commissario, al podestà e al referendario di Parma 1452 febbraio 15 Milano

Francesco Sforza dice al commissario, al podestà e al referendario di Parma che l'aumento del prezzo del sale vale, dettato dal bisogno di danaro in cui si trova, altrove, non a Parma e a Cremona, all'insaputa del duca, lo hanno deciso i Maestri delle entrate.

[ 52v] Commissario, potestati et referendario Parme.
Havimo inteso quanto ne havi scripto tucti tri, separatamente l'uno da l'altro, circha el facto dello acrescimento del pretio del sale in quella cità; al che, respondendo, dicimo che nostra intentione non fo may de acrescere pretio de sale in quella cità, nì etiandio in Cremona, et quello hanno scripto li Maistri delle intrate nostre circha tale acrescimento et (a) proceduto senza saputa et contra la volontà nostra, perché nuy non ordinassimo questo in quella cità, nì in Cremona, ma altrove sì, sì per suplire al bisongnio del dinaro nel quale ce retrovamo. Et cussì dissimo alli ambassatori de quella comunità fin al principio quando veneno da nuy volendo che retornati al dicto pretio de sale al pristino stato, et non gli innovati cosa alcuna più de l'usato. Data Mediolani, die xv februarii 1452.
Cichus.

(a) Così A.