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214. Francesco Sforza a Bono Boni 1452 febbraio 17 Milano

Francesco Sforza scrive a Bono Boni, mercante fiorentino, d'aver inteso da Orfeo i sentimenti che ha verso lui e lo ringrazia, pronto sempre a ricambiare. Quanto agli argenti e alle gioie del marchese di Ferrara, provvederà in modo di accontentarlo, come lo assicurerà Orfeo.

Bono de Bonis, merchatori FIorentino.
Da Orpheo, nostro presente exhibitore, habiamo inteso lo singulare amore et affectione che portati ad nuy et alle cose nostre et del'optimo animo et dispositione vostra verso nuy; il che habiamo havuto gratissimo et rengratiamove grandemente, et per questa nostra non exstenderemo più oltra se non che, se per vuy possiamo fare cosa alcuna ve sia grata, ne vogliati rechiedere, chè lo faremo tanto volontieri et de bona voglia quanto per veruno altro nostro bono et carissimo amico. Et farimolo meglio cum effecto che cum parole, certifficandovi che anchora nuy delle offerte ch'esso ne ha facto per vostra parte, le acceptamo, et acchadendo el bisongnio, nuy ve (r)echiederemo amichabiliter, sperando che sarano cussì in effecto come ne ha dicto in parole. Alla parte delli argenti et gioie che haveti dello illustre signore marchexe de Ferrara, providarimo in tal forma che restariti ben contento, come dal dicto Orfeo sariti pieno advisato, al quale dariti piena fede come alla persona nostra propria. Data Mediolani, die xvii februarii 1452.
Cichus.