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224. Francesco Sforza a Gandolfo da Bologna 1452 febbraio 18 Milano

Francesco Sforza loda Gandulfo da Bologna, commissario sopra gli alloggiamenti parmensi, per quanto detto a Giacomo del Caretto, cui manderà la lettera allegata con cui gli si impone di ritornare. Per quanto concerne i 70 cavalli di suo fratello Alessandro, tenga presente che tutti, esenti e non, sono tenuti a pagare la propria quota. Si congratula per l'ordine dato a ognuno di andare ai propri alloggiamenti e cerchi di sapere, usando diligenza e sagacia, la verità sui cavalli vivi, perché intende conoscere esattamente quanti ce ne sono nel Parmense. Per Tiziano non aggiunge altro, se non che vuole che i suoi uomini siano ben trattati per rispetto di Fiasco. La comunità di Parma non deve sollevare problemi per i carri, perchè ha solo l'obbligo di pagare.

[ 55v] Gandulfo de Bononia, commissario super alogiamentis Parmensibus.
Respondendo alle parte della tua lettera, et primo, alla parte del commandamento che tu hay facto ad Iacomo del Caretto, dicemo che molto n'è piaciuto, al quale scrivimo per l'alligata che debia andare ad stare ad casa sua; siché manderaigli dicta lettera quanto più presto serà possibele ad ciò non dagha più spesa né graveza alli homini nostri. Ala parte delli cavalli 70 del magnlfico misser Alexandro, nostro fratello, dicemo che nostra intentione è che, li exempti et non exempti, ciascuno contribuischa per la rata parte sua alla spesa de soldati; siché fa' che ogni persona contribuisca et paghi per la sua rata parte. Del commandamento che hay facto che ogniuno vada ad stare alli suoy logiamenti, ne piace et comendiamote, et sforzate in ogni modo sapere la verità delli cavalli vivi che se retrovano havere quilli nostri soldati, et mandaraene in scripto ogni cosa, homo d'arme per homo d'arme, siché siamo ben chiari, advisandote che per una cosa non ne poristi far cosa più grata de questa; ma usaragli ogni dilligentia et sagacità, siché tu non sii inganato, et non haver respecto de reguardo ad homo che viva in questo facto, perché deliberamo sapere la verità de tucti li cavalli vivi se retrovano dal canto de là imParmesana. Del facto (a) de Tizano restamo advisati et non dicemo altro se non che vogliamo dicti homini siano ben tractati et acarezati per rispecto de Fiasco et che gli sia facto ogni commoditate possibele. Del facto delli dinari dili carri che deveno pagare quella comunità de Parma, dicemo che tu debie instare et (b) fare che in ogni modo dicta comunità paghi li dinari deli dicti carri, et che non bisongna vadino traversando in questo perché volimo omnino li paghi; et cussì habiamo risposto et dechiarito alli suoy ambassatori che sonno stati qui, siché solicita se retragheno subito et prestissimo, et advisaraene come haveray facto et exequito. Data Mediolani, die xviii februarii 1452.
Cichus.

(a) del facto ripetuto.
(b) Segue pagare depennato.