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26. Francesco Sforza al podestà di Parma 1452 gennaio 4 Lodi.

Francesco Sforza scrive al podestà di Parma circa la controversia tra Niccolò Malfrasti da Cremona e Antonio da Firenze che riguardava il gioco dei dadi. Ora inteso che il podestà ha imprigionato Antonio in forza di una lettera di Giovanni di Amelia, auditore ducale, lo Sforza vuole che sia fatta giustizia ad entrambe le parti.

Potestati Parme.
Più dì passati a Cremona intendessimo una differentia quale vertiva tra Nicolò di Malfrasti da Cremona et Antonio da Fiorenza; et da poy l'hebemo intesa, remettessimo le parte perché ne pareva ch'el dicto Nicolò havesse puocho fondamento in quello de che l'imputava, cioé per lo zogo de dadi. Adesso intendemo che haveti destenuto lo dicto Antonio per vigore di una littera emanata per messer Zohanne de Amelia, nostro auditore, de che molto se ne dole. Et perché non intendiamo che ad alchuno de loro sia facta iniuria, ve committimo et volimo ministrate raxone a tutte doe le parte, intendendo le raxone de tutti duy, et facendo in modo che nì l'uno né l'altro habia legiptima casone de lamentarse. Laude, iiii ianuarii 1452.
Iohannes.