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284. Francesco Sforza a Teseo da Spoleto 1452 marzo 1 Milano.

Francesco Sforza informa Teseo da Spoleto che l'uomo d'arme Giacomo da Trevi, alloggiato a Fiorenzuola, ha fatto imprigionare Bartolomeo, suo famiglio, che vuole sia condannato a morte e Bartolomeo, a sua volta, asserisce di non aver fatto nulla per meritare tale pena e che tutto avviene perché Giacomo non vuole che Bartolomeo parli di alcuni fatti suoi. Il duca incarica Teseo di interrogare Bartolomeo, usando anche minaccie, ma senza ricorrere alla tortura, senza che Giacomo lo venga a sapere e gli riferisca poi tutto quello che Bartolomeo gli avrà detto.

Thexeo de Spoleto.
Iacomo da Trivi, nostro homo d'arme, quale alogia ad Fiorenzola, ha facto pigliare uno suo famiglio, chiamato Bartholomeo, et dice lo vole far morire per alcune cose che luy dice ha facte ad esso; et nuy siamo informati che dicto Iacomo lo vole (a) fare morire ad ciò che dicto Bartholomeo non acusi de alcune cose che ha pratichate et facte dicto Iacomo per lo passato et che adesso non ha fatto cosa per la quale meriti la morte. Per la qual cosa vogliamo, havuta questa, tu vadi ad Fiorenzola et trovi el potestà d'essa terra, al quale scrivimo per l'alligata che te debia consignare dicto famiglio in le mano tue et volimo che tu faci condurre et menare dicto famiglio in la rocha nostra de Fiorenzola secretamente et consignaraelo al nostro castellano, al quale scrivemo per l'alligata che lo debia tenere socto bona guardia; et in dicta rocha examinaray dicto famiglio diligentemente et subtilmente, che te dica le casone perché Iacomo lo vol far morire et vogli intendere da luy molto bene ogni cosa, et quello che luy sa de quello ha pratichato et facto esso Iacomo da poy che ello è alli nostri servitii, advisandote che siamo informati che costuy sa ogni cosa. Ma questo facto bisongnia che tu lo fazi tanto [ 71v] secretamente quanto è possibile, ad ciò dicto Iacomo non vinisse ad presentire, né sapere cosa alcuna della casone della tua andata lì, et advisaraene poy punctalmente de tucto quello te haverà confessato et dicto. Non vogliamo imperò che tu lo metti ad la tortura, né gli daghi tormento veruno, ma cum bono modo et cum paura et altre parole farate dire el vero. Data Mediolani, die primo martii 1452.
Zaninus.
Iohannes.
Cichus.

(a) Segue face depennato.