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289. Francesco Sforza ad Andrea della Stufa 1452 marzo 2 Milano.

Francesco Sforza, avuta notizia da Andrea della Stufa, commissario di Parma, di quanto fatto dagli uomini di Pietro Maria Rossi contro quelli di Stefano da San Vitale e dei comportamenti riprovevoli dei Correggesi contro le cose di Luchina e dei cittadini sforzeschi, lo rassicura sulle rimostranze che farà al cancelliere di Rossi e chiede che i danni da loro recati siano contraccambiati con il triplo.

[ 72v] Andree dela Stuffa, comissario Parme.
Veduto quanto per la vostra lettera ne havete scripto del'acto usato de quelli de Petrimaria contra quelli del conte Stefano da San Vitale et deli modi desonesti se tenghono per quelli Corregiesi et cetera, ve respondemo, quanto ala prima parte che haverimo denanzi da nuy il cancellero de Petrimaria quale se trova qui, et farimo opportuna provisione ad ciò, ben ne maravigliamo che Petrimaria non habia havuto qualche respecto al vostro scrivere, maxime che havendo il conte Stefano satisdato, come scrivete; dolemone non mancho deli disonesti modi se observano per quelli Corregiesi contra dele cose dela magnifica madonna Luchina et deli nostri cittadini. Per la qual cosa, intendendo de non volere supportare tali obbrobrii, ve dicemo per expresso che per ogni danno et oltragio se faccia per loro ali nostri (a), vuy ne facciate fare tre volte tanto ad loro, et per uno che sia retenuto deli nostri da loro, vuy ne facciate retenere tre deli soy; et conclusive non gli ne resparambiate nisuna. Data Mediolani, ii martii 1452.
Andreas Fulgineus.

(a) Segue da loro depennato.