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298. Francesco Sforza ad Andrea della Stufa (1452 marzo 3 Milano).

Francesco Sforza informa Andrea della Stufa, luogotenente di Parma, che Lancilotto da Parma, cancelliere di Bartolomeo Colleoni, è fuggito in Piemonte e per i cattivi rapporti che aveva con il Colleoni e per i non buoni comportamenti con il duca cui, fra l'altro, aveva promesso di restituire a Niccolò Pagani certe case rubategli da un compagno del Colleoni. Lo Sforza ordina al commissario che se, in città o nel contado, si trova roba di Lancilotto, ne faccia ricavare venticinque ducati d'oro per accontentare Nicolò di quanto gli è stato rubato.

Andree dela Stuffa, locuntenenti Parme.
Uno Lancilotto da Parma, cancellero, che era del magnifico Bartholomeo Colione, nostro capitaneo, quale sentemo hora se è da luy fugito et andato in Piamonti, et questo per caxone de alcuni non boni modi tenuti per luy, sì contra del dicto suo patrone, sì etiam contra de nuy, fra l'altre cose che habia facte, promettendoce da far restituire ad uno Niccolò di Paghani, nostro cittadino de Terdonna, certa robba gli era stata tolta per uno compagno del prefato magnifico Bartholomeo; et nuy, ad soa fadanza, facessemo restituire inderetro al dicto compagno certi soy cavalli erano in mano del dicto nostro cittadino, per contracambio dela soa robba, senza che habia havuto altro reguardo ala soa promessa, né al nostro honore, ha menato per stracciaria fine nel presente, dicto nostro cittadino cum grande suo danno et expendio. Per la qual cosa, adciò non se possa gloriare deli soy inganni, farite intervenire se lì, in quella città o in nel contado, se trova alcuna cosa del suo, che sentemo de si, et farite sopra del suo recattare xxv ducati d'oro et mandateceli subito qui in le nostre mani perché intendimo satisfare el dicto nostro delo expendio gli è sequito per defecto del dicto Lancilotto. Et questo non manchi. Data ut supra.
Ser Andreas.
Andreas Fulgineus.