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305. Francesco Sforza a Stamignone del Piombino nel Parmense 1452 marzo 4 Milano.

Francesco Sforza, ricordando a Stamignone del Piombino nel Parmense la lamentela dei dazieri di Parma per furti e vessazioni contro loro fattori mandati a Guardasone per i dazi, da parte di suoi famigli in risposta al sequestro da parte dei dazieri di formaggio portato a Parma senza pagamento di dazio, comanda a Stamignono che, intesa la faccenda con il referendario di Parma, imponga ai suoi di risarcire dazieri e fattori del danno, consentendo il libero esercizio dei loro compiti. In caso contrario il duca consentirà di prendersi la rivalsa con i suoi che andranno a Parma.

[ 75v] Stamignono de Piombino in Parmense.
Havemo havuto grave querela dalli nostri datieri da Parma che, mandando suy factori ad Guardasone per exercere li suoy datii, sonno stati robbati et poy trabutati da certi tuoy famigli, et la casone è perché li dicti datieri prima havevano tolto certo formaio ad uno di tuoy, quale l'haveva portato in Parma, senza pagamento de datio. Et perché tale novità è stata molto dishonesta et ad nuy molesta quanto dir se podesse, et issi datieri hanno protestato denanzi al nostro referendario de Parma che non pagaranno più el datio se non provedemo ad questo facto, il che retornaria in nostro grande preiuditio, come poy considerare, te committiamo et volimo che subito vadi al nostro referendario de Parma et, intesa la cosa, omnino provedi che li dicti datieri et soy factori siano restaurati del damno a lhoro dato, et che di mò inanzi non faciano tal dishonestade, immo gli lassino exercitare el loro datio. Et in questo non sia fallo alcuno, advisandote che se tu non lo faray, havimo commisso et ordinato ch'el sia facto el simele alli tuoy che andaranno ad Parma, come hanno facto li toy ad essi factori. Et cussì se farà senza dubio alcuno. Mediolani, die iiii martii 1452.
Irius.
Cichus.