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316. Francesco Sforza al luogotenente di Parma. (1452 marzo 7 Milano).

Francesco Sforza informa il luogotenente di Parma che, su istanza di alcuni cittadini, concesse all'ebreo Leone, ivi abitante, lettere patenti per l'esercizio in Parma dell'arte feneratizia, nonostante che tale arte fosse già ivi esercitata dall'ebreo Salamone, assicurandolo che non sarebbe venuto meno agli accordi con lui. Ciò fatto ne vennero infiniti guai da parte di Salamone, parente del prestatore Salamone. Chiesto parere in materia, ebbe per risposta che non avrebbe potuto concedere le dette lettere patenti a Leone, per cui comanda al commissario di convocarlo e di spiegargli il tutto, di farsi ridare le lettere patenti che invierà a Cicco e i cento ducati d'oro imprestati che il commissario si farà dare da Salamone.

Locuntenenti Parme.
Spectabilis carissime noster, (a) nel'anno proxime passato, siando da alcuni nostri citadini Parmesani assay confortati et pregati che volessemo concedere per nostre patente lettere (b) ad Leone, ebreo, habitante in quella nostra citade ch' el podesse prestare in essa citade, il che non cederia micha in preiuditio, nì detrimento alcuno ad Salamone, ebreo, etiam habitatore d'essa citade, né se derogaria ali capitoli suoy, qualli ha da quella comunità et per nuy confirmati. Il che inteso, volendo nuy compiacerli, (c) concessimo al dicto Leone per una nostra lettera patente ch'el podesse prestare, et cetera; dela qual cosa da poy continuamente fin qui ne havemo havuto infinite querele et molestie dal magistro Salamone, parente del dicto Salamone, et volendo nuy haver consiglio se costui iustamente se querelava, o non, ne è referito che con nostro honore non podessemo concedere dicte littere et che per observatione dele cose promesse dovevamo revocarle. Il perché, primo, per lo debito, et poy per levarve dale spalle queste continue molestie, volemo che habiate denanzi de vuy el supradicto Leone et, narrate li haveriti le soprascripte cose, ve fariti dare da luy lo originale proprio dela lettera per nuy a lui concessa da poder prestare, et cetera, la quale madariti qui in mano de Cecho, nostro secretario; et perché esso Leone ne prestò ducati cento d'oro de camera, volemo ve fazati exbursare da Salamone predicto li dicti c ducati et gli li rendariti in nostro nome, facendovi dare dal nostro referendario lì la nostra lettera de assignatione deli dicti c ducati, quale etiam mandariti qui. (d) Data, (ut supra).

(a) Segue nelli mes depennato.
(b) Segue concedere depennato.
(c) Segue fossimo depennato.
(d). Da vuy el supradicto a mandariti qui a margine.