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325. Francesco Sforza al parmense Giovanni de Zobolis 1452 marzo 7 Milano.

Francesco Sforza avverte Giovanni Zoboli che non può assecondarlo nella richiesta fatta a Cicco di fare un'altra lettera a Leone per rafforzare i capitoli già concessi per prestare in Parma. Da pareri raccolti conviene che revochi la lettera già concessa a Leone, e per le continue querele di Salamone, medico di Colleoni, e perché per la concessione della lettera già data a Leone si farebbe torto a Salamone. Abbia, quindi, pazienza e per la lettera non concessa e per il ritiro di quella già concessa a Leone.

[ 81v] Iohanni de Zabolis Parmensi.
Perché neli zorni proximi passati Cicho Simonetta, nostro secretario, me dixe per toa parte che haveresti havuto caro che noy havessimo facto fare una certa lettera in fortificacione et coroboracione per li capituli per noy già concessi ad Leone, ebreo, ch'el potesse prestare in quella citade, non obstante li capituli concessi ad Salamone, ebreo, et havendo noy havuto consilio se quella lettera se posseva concedere con nostro honore, troviamo non poderlo fare senza (a) preiudicio delli capituli de Salamone et nostro incarico. Imo, siando necessario revocare la lettera già concessa ad dicto Leone, sì per le querelle et molestie continue che havemo da maestro Salamone, medico del magnifico Bartholomeo Coglione, per questa tale lettera, sì etiamdio perché troviamo che, observandosse dicta lettera ad esso Leone, se fa gran torto al dicto Salamone, il che non pò essere senza nostro carico, pertanto te confortiamo ad havere pacientia se dicta lettera non se concede, et se noy facimo revocare l'altra a luy già facta, segondo scrivemo sopra ciò alo nostro locotenente in persona, rendendone però certi che non solo non ne confortaresti a far cosa meno che iusta et honesta, ma ne confortaresti piutosto, quando vedesti che noy facessemo cosa non raxonevele, ad non farla. Mediolani, die vii martii 1452.
IohanneSimoneta.
Iohannes.

(a) Segue nostro incarco depennato.