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33. Francesco Sforza a Baldassare de Curti in Piacenza 1452 gennaio 4 Lodi.

Francesco Sforza informa Baldassare de Curte a Piacenza di averlo scelto, con "quattro o cinque altri cittadini notevoli della comunità di Parma per assumere informazioni per sindacare il suo famigliare Lancillotto da Figino, deputato sopra gli alloggiamenti nel Parmense, e contro il quale sono state fatte molte querele. L'avverte di avere rimosso dal suo ufficio Lancillotto per evitare che vi siano remore nelle denunce e chiede loro di procedere secondo ragione e onestà.

Domino Baldassarri de Curte in Placentia.
Per molte querele et raxone, quale havimo havuti de Lacelotto da Figino, nostro familiare, deputato sopra li logiamenti de Parmesana, ce siamo mosti ad farlo sindicare et havimo facto elegere quatro o cinque citadini noteveli per la comunità de Parma, quali habiano ad recevere informatione deli suo(i) portamenti et ad sindicarlo. Ma perché esso Lancilotto se è gravato, et allegatoli suspecti et passionati contra luy, aciochè la cosa passi cum più iustificatione, volimo che vuy subito, dato fine a quelli incanti, ve tranferati a Parma et ve intendiati cum quelli sindicatori ellecti, et facendove dare ogni processo et informatione recevute de luy, procederiti asieme cum loro al sindicato viriliter, non guardando in fronte ad homo del mondo, avisandove che havimo rimosto da l'offitio dicto Lanzilotto, aciochè veruno non habia respecto veruno a dire el vero et quanto sanno de luy. Portative adoncha cum quella dilligentia et driteza in questo, che siti usato fare in le altre cose, absolvendo et comdemnando come ve suaderà la rasone et honore nostro. Le alligate presentariti a dicti sindicatori, ali quali scrivimo che se intendano cum vuy. Laude, die 4 ianuarii 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.