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334. Francesco Sforza al luogotenente, al podestà e agli Anziani di Parma. 1452 marzo 11 Milano.

Francesco Sforza richiama il luogotenente, il podestà e gli Anziani di Parma all'osservanza di quanto già detto, di non dare molestie al mercante parmense Enrico Cassinaro cui si vuole imporre un calmiere per la vendita del salame.

Spectabili egregio ac nobilibus viris locuntenenti, potestati et Ancianis comunitatis Parme dilectis nostris (a). Essendo più fiate lamentato da nuy li dì passati Henrico Cassinaro, nostro citadino et mercadante de quella città, ch'el se voleva mettere el carmerio sul salame per luy comprato per revendere, como è de usanza, scripsemo a vuy, locotenente, et etiamdio a vuy, Anciani, che non volesti tentare cosa alcuna contra l'usato. Pur intendiamo per nova querella soa, che perseverati in non lassarlo spazare el dicto salame senza el carmerio, in suo gravissimo damno et detrimento, del che non possemo se non grandemente maravegliarce, nì intendiamo che casone vi mova a farli questa [ 84r] novità, non essendo may facta ad alcuno altro per lo passato, como intendiamo, immo essendoce cadauno usato venderlo senza calmerio. Perhò ve commettiamo de novo et volimo provedeati ch'esso Henrico possa vendere liberamente el dicto salame et non gli sia facto novitate alcuna, immo sia facto a luy quello è stato facto alli altri per lo passato, maxime che intendiamo per relatione soa, ch'el ne vole fare bona condictione et ch'el non se cura farne guadagno, purch'el ne stia in pata et senza perdita. Il perché più facilmente posseti et doveti compiacere (b) al desyderio et volontà soa perché, cossì facendo, oltra che fareti l'honore de quella comunità a non tentare cosa alcuna contra l'usato, compiacereti ancora a nuy summamente. Data Mediolani, die xi martii 1452.
Irius.
Cichus.

(a) La missiva è depennata.
(b) compiacere in interlinea.