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352. Francesco Sforza ai fratelli Giacomo e Girardo de Bravis di Parma. 1452 marzo 15 Milano.

Francesco Sforza chiede a Giacomo e Girardo, fratelli de Bravi di Parma di non fare maritare o impegnare, senza sua licenza, le due figliole loro affidate dal defunto loro padre Giacomo d'Angelo.

Nobilibus dilectis nostris Iacobo et Girardo, fratribus de Braviis de Parma.
Perché intendiamo che da misser Iacomo d'Angelo, quale è passato de questa vita, sonno rimaste doe figliole nubile quale sonno alla vostra cura et governo, il perché ve dicimo che non desponiati de loro alcuna cosa in farle maritare, né promettere, senza nostra licentia, perché tucto facemo per bene et utilitade et honore delle dicte putte. Ex Mediolano, die xv martii 1452.
Ser Iohannes.
Cichus.