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368. Francesco Sforza al podestà e al referendario di Piacenza. (1452 marzo 17 Milano)

Francesco Sforza vuole che il podestà e il referendario di Piacenza convochino l'oste della Spada di quella città presso il quale Lorenzo Vitillensi da Corneto, andato a Piacenza per servizi, lasciò un debito di 150 lire, per cui lasciò in pegno il suo mulo. Assicurino l'oste che il duca provvederà al saldo del conto con i denari della seconda tassa del sale del prossimo luglio invitandolo a restituire all'inviato di Lorenzo il mulo.

Potestati et referendario Placentie.
Lorenzo dei Vitillensi da Corneto, nostro famiglio, retrovandose lì altra volta in alcuni nostri servitii, feci certo debito al'hostaria della Spada de quella nostra cità, per le spese le quale montareno circha libre 150 de imperiali, per le quale lassò al'hoste per pengno uno suo mulo. Et perché nuy intendiamo pagare le predicte spese et fare restituire al dicto Lorenzo el suo mulo, volimo, et per questa vi commettiamo che debiati havere da vuy el dicto hosto et informarvi et chiarirve de questo tale debito, el quale liquidato, promettetili in nostro nome de farli el pagamento liberamente delli primi dinari della seconda tassa del sale, che sarrà questo luglio proximo. Et cussì chiaritini per vostre lettere che ve mandarimo lo assino delli dicti dinari, confortandolo et inducendo ad stare contento, et fati ch'el restituischa el dicto mulo al portatore presente, messo del dicto Lorenzo, senza exceptione alcuna. Promettiritili el pagamento come è dicto de sopra.
Data ut supra.
Christoforus de Cambiago.
Cichus.