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379. Francesco Sforza al podestà di Fiorenzuola. 1452 marzo 18 Milano

Francesco Sforza esprime al podestà di Fiorenzuola il disappunto per il mancato provvedimento circa la restituzione o il risarcimento della "balla de Cavenazo" che pare tolta da certi soldati di suo fratello Alessandro, in particolare da Defendente e da un suo famiglio, come risulta dalla querela di Ettore da Piacenza. Il duca gli comanda di mettere in prigione quelli indicati e quant'altri fossero colpevoli e che si restituisca, o risarcisca, con il pagamento di danni e interessi dovuti, la "balla".

Potestati Florenzole.
Non pocho ce dolemo et meravigliamoce de te in non haver facto opportuna provisione per la restitutione, overo emenda, ad quella balla de Cavenazo che, secondo Hecto(re) da Piacenza, nostro camoreri, te ha facta querella per adviso de Iacomo da Ripalta, suo patre, pare fosse tolta ad questi da lì de fora da certi soldati d'Alexandro, nostro fratello, fra li quali pare gli fosse uno Defendente, homo d'arme, et uno (a) suo famiglio; et la excusa se dice hay facta si è che non hay libertà sopra li soldati, che de tal tuo parlare ne prendemo anchora [ 95r] admiratione. Pertanto volemo et expresse te comandiamo che subito, recevuta questa, tenghi modo havere in le mano li predicti, o altri, sia che se vogliano, fosseno colpevoli in questo et quelli mettere in presone, né li liberi may senza nostra licentia. Et ultra de ciò senza dilatione alcuna faray restituire, overo emendare dicta balla de Cavenazi, et similiter, altro gli fosse tolto, et etiam paghare ogni damno et interesse che per questa casone ne fosse venuto ad quilli ad chi fo tolta. Et questo non manchi (b) per quanto hay cara la gratia nostra. Data Mediolani, xviii martii 1452.
Andreas Fulgineus.

(a) Segue Bartho cancellato.
(b) Segue data cancellato.