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390. Francesco Sforza al condottiero Bartolomeo Colleoni. 1452 marzo 21 Milano

Francesco Sforza fa presente a Colleoni le lamentele dei dazieri di Piacenza per le circa novanta pezze di panno e altre cose da lui portate in città senza pagare il dazio, imitato in ciò dai suoi. Per le minaccie dei dazieri circa il pagamento del dazio, da cui ne deriverebbe grave danno alle entrate, il duca sollecita sia lui che i suoi ad accontentare i dazieri per quanto hanno introdotto in città.

Magnifico viro Bartholomeo Coleoni, armorum capitaneo nostro dilectissimo.
Sonno venuti da nuy li datieri della merchantia de quella nostra cità de Piasenza et ne hanno facto grave lamenta che haviti facto condurre dentro essa cità circa lxxxx peze de panno et altre cose (a) senza pagamento de datio, et el simele fanno delli altri vostri, in preiuditio dele intrate nostre, et dicono che, havendo loco questa cosa, non pagaranno el datio, et ne sarrà necessario farali restoro. Considerato aduncha el gram detrimento che ne siguiria, et che niuno è excepto dal pagamento de tal datio, nì etiamdio vuy, vi confortiamo et carichamo vogliati provedere ch'essi datieri siano contenti de quelle panni et robbe che sonno portate dentro senza pagamento, et che se portaranno da qui inazi, non solamente per vuy, ma etiamdio per li vostri, et che non siano biasmati et menazati in la exercitatione del suo datio, como dicono essere per questa casone. Vogliati etiamdio provedere cum li vostri che le merchantie possano andare siguramente inanze et indreto; et questo dicimo perché essi datieri se lamentano el datio suo non valere per simele casone, et per le fraude et robarie quale se commetteno continuamente in le merchantie predicte. Et demum vogliativi deportare in questo facto per modo non se possano dire li vostri siano casone de desconzare l'intrate nostre, como siamo certi sia l'animo et intentione vostra. Data Mediolani, die xxi martii 1452.
Irius.
Cichus.

(a) Segue de datio depennato.