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406. Francesco Sforza a Leonardo de Arlottis, economo di Parma. 1452 marzo 27 Milano

Francesco Sforza ordina a Leonardo Arlotti, economo di Parma, di fare rientrare nel loro precedente stato vari individui, autori di commercio di benefici, fatta, all'insaputa dello Sforza, per danaro, benefici che, recuperati, saranno dal duca destinati ad altri. Antonio Tagliaferri dà inizio al tutto, scambiando il beneficio che ha in città a San Biagio con quello delll'arciprete Giacomo di Guardiaconato nella chiesa maggiore, da lui tenuto con Giovanni di Stadiani, che permuta il suo con il figlio di Nicola Zangrande e un altro in San Tommaso con Giovanni Villarani.

[ 104r] Prudenti viro Leonardo de Arlottis, iconumo nostro Parme.
Intendiamo che misser Antonio Tagliaferro ha facto una barataria simuniacha de alcuni beneficii quale haveva in quella nostra cità, cioé de uno beneficio in Sancto Blasio ad uno don Iacomo, arciprete, cavane uno altro, noncupato guardiaconato in la ecclesia Maiore cum don Iohanni di Stadiani, el qual poy l'ha permutato cum uno figliolo de Nicholao de Zangrande; item un altro, in Sancto Thoma, cum don Iohanne di Villarani; la qual cosa havemo havuto molto molesta et exosa, sì per haverlo luy facto senza nostra notitia et contra li nostri ordini, sì etiam per haverli venduti per dinari. Pertanto volimo et per questa te committiamo che subito, havuta bona informatione et de questa alienatione et delli dinari quali ha recevuto el dicto Antonio, debbi astrenger(l)o, o fare astrengere socto el nostro locotenente lì, dal quale haray recorso cum queste nostre littere, el predicto ad retornare indreto, et tu pigliaray, ad nostro nome, quilli dinari che luy harà recevuti; item quelli altri predicti, ad cedere et renuntiare ali predicti beneficii perché n'avemo proveduto ad altri, che poy te scriveremo, et non volimo comportare che lhoro li habiano per veruno modo. Denique, pigliaray le possessione d'essi beneficii ad nome della Camera nostra et provederay che li fructi non vadano in sinistro. Et questo non manchi per veruno modo, et del tucto ne advisaray cussì della intrata d'essi beneficii. Data Mediolani, die xxvii martii 1452.
Christoforus de Cambiago.
Iohannes.