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422. Francesco Sforza al capitano del divieto di Parma. 1452 marzo 31 Milano

Francesco Sforza dice al capitano del "deveto" di Parma d'essere d'accordo che i salari di quei podestà debbano essere pagati per la settimana dal tesoriere di Parma e di non volere che per tale motivo gli uomini di Pontremoli siano tenuti in prigione, ma li avvisi che facciano invece i pagamenti di cui gli parleranno i Maestri delle entrate.

Capitaneo devetus Parme.
Ad quanto ne scrive, dicemo ne piace che i salarii de quilli podestà se debiano sborsare per tucta questa septimana al thesaurero in Parma, et così sollicita se faccia per ogni modo al tempo ne scrive. Ma dicemo che non è nostra intentione, né volemo che li homini nostri de Potremulo siano prisi, né misi in presione per el salario del podestà, che li homini non sonno tenuti, né hanno affare niente de ciò, ma per altra honesta et melgliore via, et advisare li homini che se operino al pagamento, o qualche altro più honesto modo, secondo te adviserà i Magistri delle intrate nostre. Mediolani, xxxi martii 1452.
Cichus.