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482. Francesco Sforza al referendario di Piacenza e a Matteo Taverna, commissario sopra il sale. 1452 aprile 20 Milano

Francesco Sforza ricorda al referendario di Piacenza e a Matteo Taverna, commissario locale sopra il sale, di aver invano più volte scritto. E' tempo di cominciare a soddisfare le genti d'arme che mandando li i condottieri, si sentono dire, come è successo a Taddeo dal Verme, che non possono essere pagati perché non si possono riscuotere i denari. Da ciò ne consegue l'impossibilità di servirsi di dette genti. Ingiunge loro che coloro che hanno gli assegni siano pagati entro il mese e che la mezza tassa sia riscossa integramente entro le calende per il pagamento degli assegni. E perché vuole che quanto imposto si faccia, manda da loro Domenico da Pesaro perché entro il mese sia soddisfatto di tutto.

Referendario nostro Placentie et Matheo de Tabernis, commissario ibi super sale.
Dilecti nostri, vi habiamo possuto scrivere assai et molto bene ne haveti lassato scrivere, et niente o pocho haveti facto. Et pur adesso ne pare che se incomenza a dare spazamento ale zente d'arme che (hanno) li assigni suoy lì, et, per pegio, che mandando nuy li conduteri da vuy per havere li denari, non solo non li spazati, ma li confortati ala reversa, dicendoli che li dinari non se possono scodere, che è aponto fare li facti nostri et quello che cerchiamo de fare; et vene a seguire questo inconveniente: che non se possemo valere dele dicte zente d'arme, nì exequire quello havemo deliberato. Et più adesso è venuto da nuy messer Tadeo dal Verme, al quale haveti resposto [ 124r] non posserli satisfare; siché de questi vostri boni deportamenti havemo casone de ringratiarvi et certo non sapiamo quali homini siati, et assai vi haveti facto cognoscere. Et perché disponiamo totalmente che per tuto el presente mese, al più tarde, siano spazati quelli che hano li assigni, ve comandiamo de novo che, per quanto haveti cara la gratia nostra, debiate fare tale opera che tuto quanto lo resto dela mezza taxa sia rescosso integramente da qui a calende et sia satisfacto ali assigni, che non li manchi uno denaro. Et aciochè più presto et più facilmente lo possate fare, mandiamo lì Domenico de Pexaro cum lo quale habiate intelligentia et tuti insieme fate quanto bixogna aciochè, inanze passi questo mese, sia satisfacto al tuto et guardate bene che negligentia non intervegna più, perché non lo supportaremo né vi valeria excusatione, et avisatene ogni dì come fareti. Mediolani, xx aprilis 1452.
Ioseph.
Cichus.