Registro n. 14 precedente | 491 di 1952 | successivo

491. Francesco Sforza al podestà, al comune ai consoli e agli uomini di Borgo San Donnino. 1452 aprile 18 Milano.

Francesco Sforza dice al podestà, al comune, ai consoli e agli uomini di San Donnino di aver ricevuto una querela da Gabriele, cittadino di Parma, perché costretto a contribuire con loro perché abita lì, è intenzionato ritornarsene a Parma, ma loro non glielo consentono, e se lui vi andasse sarebbe imprigionato. Gabriele e il duca propongono che il comune di Borgo San Donnino lo disobblighi e lo lasci libero di andare a Parma, o lo trattenga lì e non lo costringa a pagare con gli abitanti del luogo, perché, dice il duca, non è onesto che, havendolo pignorato, si pretenda ciò da lui.

Nobilibus dilectis nostris potestati, communi, consulibus et hominibus terre Burgi Sancti Donini.
Havimo recevuta grave querela per parte de Gabriel, carissimo nostro citadino de Parma, como vuy lo voleti constrenzere a paghare et contribuire cum vuy como homo dal Borgo, maxime perché luy al presente habita lì. Et perché, segondo luy ne ha facto dire, sua intencione è de volere stare a Parma como citadino et per vostra casone non gli pò andare né habitare como vuy sapetti, perché è obligato per quello comune in modo che se gli andasse saria destenuto, et ne richiede che gli vogliamo providere, et che dele doe cose ne piaza fare una, zoè, aut che per quello comune del Borgo sia desobligato in modo che possa andare ad habitare et stare securamente a Parma, dove quando habitasse como sappeti, non pagharia cosa alchuna lì al Borgo, aut, illo interim che starà li a Borgo per non possere andare a Parma per deffecto et caxone vostra, non sia extimato né astrecto a paghare asieme cum vuy, pertanto, parendo a noy la rechiesta soa iusta et honesta et digna de provixione, volimo et commandamovi che vuy, ellezato uno de questi duy partiti, zoè, aut ch'el desobligati, siché possa stare et habitare securamente a Parma, aut che non lo extimati et astrenzati ad contribuire cum vuy perfina non l'habiati desobligato, perché non saria né iusto né [ 126v] honesto; et havendolo vuy pignorato o factoli altra novità, volimo che revocati et restituati ogni cosa gli havesti tolta, senza exceptione et contradictione alchuna, et teneti modo che per lo advenire non sia molestato altramente che li altri citadini de Parma, quali hanno del suo lì al Borgo et stano a Parma. Et che de questo non ne sentiamo più querella, perché ne saria troppo molesto, perché deve bastare ve habiamo scripto doe lettere per questa casone, et la prima haveti obedita como è parsa a vuy, et basti. Data Mediolani, die xviii aprilis 1452.
Nicolaus.
Cichus.