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507. Francesco Sforza al referendario e al podestà di Parma. 1452 aprile 28 Milano.

Francesco Sforza fa avere al referendario e al podestà di Parma un documento denunciante le permute e rinunce di alcuni benefici fatti da Antonio Tagliaferro che ritiene non siano avvenute per danaro; vuole si informino e gli indichi tempo, persone, motivo dei cambiamenti e delle vicende di detti benefici e se Antonio ne aveva altri e gli facciano sapere il tutto. Dal racconto della vicenda emerege che da tre anni Antonio Tagliaferro ha rinunciato a favore di Giacomo da Cavana a un beneficio nella chiesa di San Basilio con l'obbligo di tre messe la settimana e la residenza nelle ore canoniche. Ha rinunciato per Giacomo da Valerano a un beneficio nella chiesa di San Tommaso con gli obblighi, di cui prima e da sei mesi ha, con Benedetto di Zangrandi, permutato un beneficio che richiede grande cura nella chiesa maggiore. Lo stesso, nella stessa chiesa e con gli stessi obblighi, ha fatto con Giovanni Stadiano. Tutti questi benefici ascendono a venticinque fiorini e si dice che Antonio non ha moglie.

[ 130r] Spectabili et egregio viris referendario (a) et potestati nostris Parme, carissimis.
Ve mandiamo qui incluso uno factum tale de certi beneficii quaIi ha renuntiati et permutati miser Antonio Tagliaferro. Et perché dubitamo che queste tale renuntie et permutatione non siano facte per dinari, o contra li ordini nostri, che ne dispiaceria assay, volemo et, per questo, vi commettiamo che debiati informarvi diligentemente de quanto se contene in quella nota, et subito avisarne particularmente del tempo et dele persone, et per quale casone, son facte queste renuntie et permutatione, et de l'intrata d'essi beneficii, adciochè intendiamo il tuto. Data Mediolani, die xxviii aprilis 1452.
(b) Nicholaus.
Iohannes.
Et a chi è risposo de dicte intrate fina ad questo dì, et se haveva in là altro beneficio oltra li notati, et che è sequito de quilli, etiam se è vero habia tolto mogliere, facendo tucte queste cose secretissimamente. Data, ut in littera.
Nicholaus. (c) Factum tale est. Al'è circa a tri anni che miser Antonio Tagliaferro ha renuntiato uno beneficio ad uno don Iacomo da Cavana ch'è fondato in la giesia de Sancto Basilio da Parma, el quale richiere cura de messe tre la septimana e la residentia ale hore canonice. Item ha renuntiato uno altro beneficio ad uno don Iacomo da Valerano ch'è fundato in Sancto Thoma da Parma, el quale è in simile fatiga, como è quelo ch'ero dicto de sopra. È de circha uno anno e mezo che questo è facto, avisandove che ancora a Novera publica li decreti delo nostro illustre signore. Item è circa mesi sey ch'el ne ha permutato uno altro con uno don Benedeto di Zangrandi chì è fundato nella chiesia Mazor, el quale richiera una grandissima cura de dì e de nocte, et per questo, quelo don Benedeto ha permutato con uno don Iohanne Stadiano, in quella medesima chiesia, et de simile fatigha, ma hano facto questo perché al'è più sufficiente l'una voxe che l'altra a stare in choro. Et tuti li soprascripti beneficii ne ascendeno xxv fiorini de Camera. Et dice che costuy non ha mogliere.

(a) referendario in interlinea su locuntenenti depennato.
(b) Precede Christoforus depennato.
(c) Da Et a chi a Nicholaus a margine.